Interpretazione grafica


“The Hidden Life Within” (“La vita nascosta all’interno”) – (Giuseppe Penone, 2012)

In questa opera l’artista Penone  intaglia un albero per portare alla luce il suo passato, che si cela alla vista umana.

Invece di imporre una forma, l’artista si limita a delinearne una che già esiste, attraverso gli anelli che testimoniano l’età dell’albero. Il concetto di non imporre una forma, ma di delinearne una già esistente, ricorda i lotti delle “UNLost Territories”, aree non delimitate, interstizi del tessuto urbano spontaneo, nate come spazio indefinito tra gli edifici del luogo. Aree già delimitate dagli edifici che sono nati nelle circostanze nel corso degli anni.

Anche noi, come progettisti, dovremo operare su aree già delineate dal tempo.



Inoltre, l’artista affronta e risolve formalmente il buco all’interno del tronco, attraverso la 
realizzazione di un ulteriore albero al suo interno. Anche noi dovremo risolvere formalmente e armoniosamente i grandi “buchi” urbani delle UNLost Territories, attraverso un’attenta analisi dei pieni e dei vuoti.
n. 78 - UnLost Territories 





PAROLA CHIAVE : Matericità – Pieno/Vuoto




Senza titolo – (Maria Lai, 1965)

In questa opera l’artista giustappone forme irregolari, fluide e libere a elementi ortogonali (quadrato, rettangolo) e linee rigorosamente dritte.
All’alfabeto si agganciano linee libere, rappresentate da una serie di fili, caratterizzanti le sue opere.
Le forme regolari si stagliano su uno sfondo contraddistinto da una esplosione di linee curve e oblique.

PAROLA CHIAVE : Contrapposizione



Particolare dell’opera “Tenendo per mano il sole” (1984)

(Asia Rinaldi)



MARIA LAI - “Storia universale n.2” (1982) – Mostra di Roma MAXXI – RICUCITURA 
<< Che cosa vuol dire cucire? un ago entra ed esce da qualcosa lasciandosi dietro un filo, segno del suo cammino che unisce luoghi ed intenzioni. Le cose unite restano integralmente quelle che erano, sono attraversate da un filo. Un'attenzione al diverso che si isola e viene emarginato dagli altri, ma un diverso che trascina gli altri in un mondo fiorito, che salva gli altri dall'essere anonimi. Le sezioni in cui è divisa la mostra raccontano proprio la pratica del giocare, dell'incontrare, del condividere>>. (Messaggio audiovisivo della mostra)
L'opera "Storia universale" è stata realizzata su tela attraverso la tessitura di colori e materiali differenti che s'intrecciano tra loro a formare figure geometriche che alludono a stelle non ancora conosciute, a universi lontani, uno spazio di fantasia con scenari futuristici e al contempo tradizionali. I materiali utilizzati sono di natura povera, materiali recuperati, inusuali nelle espressioni artistiche, ma familiari perché appartenenti allo scenario quotidiano di un'epoca passata, provenienti dalla tradizione artigianale sarda. Si legge dunque un legame con la tradizione, con i materiali, un legame quindi con la natura e il paesaggio. L'arte del cucito cela appunto il messaggio di non perdere le tradizioni e di partire da queste per creare il futuro. "Storia universale" è una cartografia realizzata secondo schemi tradizionali che racconta di un viaggio astrale infinito, senza confini e senza tempo, un segno nello spazio, un luogo invisibile raggiungibile solo con la fantasia. Futuro e passato coesistono quindi in un'unica realtà senza tempo e l'uomo viene inteso come un viaggiatore di fantasia, un esploratore di altri mondi collegati tramite "il filo" che traccia il tragitto da percorrere per il loro raggiungimento. Pianeti lontani, che emergono quasi impercettibilmente dai fondi delle Geografie come a ribadire la loro lontananza astrale. Vi è dunque il desiderio di unire mondi distanti, di ricucirli attraverso un filo, strumento metaforico e poetico che racchiude le idee in una ricerca di se e del mondo esterno. La metafora del filo è legata alla ricucitura sociale, di ristabilimento dei rapporti umani in una comunità in cui si è persa la comunicazione, con la chiara volontà di legare, intrecciare e cucire un luogo e le persone che ne fanno parte a partire dalla sua terra per poi espandersi concettualmente al mondo intero. L'arte deve quindi essere semplice e leggera, un gioco, un invito a stare insieme.

Si tratta dunque di un'arte che entra nella sfera delle interazioni umane e del contesto sociale, con un'attenzione rivolta anche al discorso dell'isolamento dei piccoli paesi sardi che spesso vengono dimenticati, sia da un punto di vista geografico sia da un punto di vista relazionale e di tradizione, un discorso che si può allargare a moltissimi altri casi nel mondo, tra cui quello dei vuoti urbani nei contesti periferici. La pratica artistica ci porta a riflettere sul significato, nella sfera sociale delle città, dei termini comunità, identità e località, legandosi al discorso urbano delle periferie. Il rapporto tradizione/modernità che Maria Lai ci propone, rimette in discussione il modo in cui avviene il recupero di un'area “minore” (non valorizzata e abbandonata) per trovare una linguaggio comune per il presente. Ci invita a un ripensamento dei luoghi del vivere, non solo come spazi fisici, ma come luoghi di un tempo passato (come memoria collettiva) e un tempo futuro (come progetto condiviso), uno spazio delle relazioni, che si lega la concetto di città, cittadinanza e bene comune. L'arte del cucire è dunque un operazione umile, domestica, intima e di profonda riflessione, ma allo stesso tempo aperta a tutti.

(Valentina Gobbi)


Commenti

Post più popolari